Ladra di Libri

“Dicono che la guerra sia la migliore amica della morte, ma debbo dissentire. Per me, la guerra è come un nuovo padrone che pretende l’impossibile. Ti sta con il fiato sul collo, ripetendo senza sosta <Lavora, lavora>.

Tu lavori duro, ti affanni

Il capo però, mica ti dice grazie: esige ancora più impegno da te”

pag. 317

un fotogramma del film – Liesel nella biblioteca del Sindaco

La prima edizione è 2007, Frassinelli lo traduce e lo pubblica con il titolo “La bambina che salvava i libri”, ma è nel 2013, con l’uscita del film tratto dal libro, che Frassinelli ripubblica il testo, con il titolo omonimo “Storia di una ladra di libri”

Non ho visto (ancora) il film, ma questo libro non si dimentica. Finalmente ho scelto di avere tempo per leggere (come direbbe la mia libraia preferita, Irene Greco) e mi ci sto dedicando.

Ho cominciato ad amarlo al secondo paragrafo, quando ho capito la natura del narratore della storia (che non svelerò, anche se temo si capisca dall’assaggio di lettura). Certi passi sono di una normalità sconcertante, che l’autore riesce ad elevare con arguzia e poesia di altissimo livello.

Sono a pagina 365… la tensione cresce… ho grande fiducia nel finale… ma già a questo punto, il libro mi ha regalato tanto

“Typos 0.1 Verità” di Pierdomenico Baccalario

E’ da un po’ di tempo che ci giro intorno, e finalmente ho terminato il primo libro della serie Typos (Fanucci) alla stesura della quale hanno risposto numerosi Autori italiani, tra i primi (i miei amatissimi) Pierdomenico Baccalario e Guido Sgardoli.

L’IDEA: la K-Lab è una potente associazione che vende un unico prodotto: la disinformazione. Attraverso una rete di agenti cattura le notizie, le nasconde, le manipola e le altera in modo che nessuno sappia qual è l’autentica verità. ma esiste un’organizzazione segreta, Typos che dedica le sue energie alla ricerca della verità e si occupa di rivelarla al mondo.

Ambientato in un futuro non troppo lontano (il 2043), in una megalopoli che incrocia New York con Londra, Tokyo e Rio de Janeiro, il romanzo propone valori universali come giustizia, uguaglianza e rispetto tra i popoli e temi di interesse concreto come l’uso della Rete e delle tecnologie più avanzate.

Il progetto di Fanucci prevede l’uscita di una dozzina di libri dove i quattro portagonisti e i loro aiuti affronteranno il compito di ridare verità al mondo. Suspance, colpi di scena e rivelazioni da maestro non si sono fatte mancare al lettore in questo primo romanzo, e ci aspettiamo i fuochi d’artificio per le prossime uscite! 🙂

Vi propongo due assaggi tratti dal libro. Buona lettura!

 

Typos 0.1 verità Pierdomenico Baccalario
p.108-110
«Siamo a casa mia» disse Harlequin, fermandosi, un po’ rigido, al centro della stanza «ovvero nell’unico posto sicuro per lei».
Il dottor Malone scosse il capo. « Io non voglio che lei corra rischi per me, signor Lear. Tutto ciò che voglio è una stanza dove poter riposare un po’ ed aver il tempo di… ritrovare alcuni dati. Credo che il dottor Fincher…»
«Il dottor Fincher ci ha spiegato qualcosa, ma non tutto»
« Le ha detto che avrei avuto bisogno dei suoi contatti stampa?»
« Lo abbiamo dedotto dal tono della sua ultima lettera »
« Posso farle una domanda? »
« Certo » rispose Harlequin. E senza nemmeno accorgersene si tastò la ferita sul fianco.
« Chi le ha sparato »
Harlequin  ridacchiò «Oh, sono stati i cattivi»
« Dove vivo io i cattivi lavorano per l’esercito Nazionale, signor Lear»
« Qui da noi li chiamiamo il Laboratorio»
« Il Laboratorio? »
« In nome ufficiale è K.Lab. Un’agenzia. Ne ha mai sentito parlare?»
Il dottor Malone scosse il capo e accettò finalmente di sedersi sul divano. Si sistemò sui cuscini, facendo però attenzione a non appoggiare la schiena.
« Non mi sorprende» continuò Harlequin « La politica di comunicazione della K-Lab si basa proprio sul fatto che nessuno ne conosca l’esistenza»
« Come il diavolo » citò Frank Malone.
«Una cosa del genere. Solo che il Laboratorio è la più grande multinazionale di menzogne del Mondo»
«Appunto» gli occhi del dottor Malone brillarono «E su cosa mentono, in particolare?»
«Su quello che vuole il cliente» rispose Harlequin. 
Il dottor Malone bevve un lungo sorso di acqua «E il cliente sarebbe… l’uomo di strada, uno come noi?»
Harlequin attraversò la stanza da un lato all’altro, fermandosi a osservare l’acquario «Immagini una grande agenzia pubblicitaria, solo che quello che pubblicizza non è questo o quel prodotto, ma direttamente la realtà. O, almeno, la visione della realtà che il cliente gli richiede»
Il dottor Malone prese un lungo respiro.
«Non è facile sapere dove e perché intervengano…» continuò Harlequin «E anche noi non riusciamo a capire quanto di ciò che vediamo sia stato manipolato. E quanto ormai sia distante dalla realtà»
«E il governo cosa ne pensa, di questo Laboratorio?» domandò il dottore.
«Crediamo che se ne serva abitualmente» rispose Harlequin «Come anche organizzazioni internazionali corrotte, banche mondiali, funzionari, gruppetti paramilitari, petrolieri, mafie… Ci metta dentro un po’ tutto quello che ha potere, soldi e pochi scrupoli di coscienza.  E avrà l’esatto profilo di un cliente della K-Lab»
Il dottor Malone restò in silenzio per molto tempo.
«E voi che cosa c’entrate?»
«Poco, in effetti» rise Harlequin. Indicò la sua antiquata macchina fotografica Canon 7-D e spiegò: «Io volevo solo fare il reporter, andare in giro per il mondo a fare fotografie e a scrivere pezzi,e invece, come vede… Eccomi qua»
«Ma è ancora giovane,lei»
«Sono già troppo sbagliato, però. Ho un modo di agire non convenzionale. Come una sorta di errore. È per questo che siamo chiamati così Typos. Errori di battitura. Refusi»
«E quanti siete, in tutto?»
«Quattro sul campo, tutti più o meno della mia età. Tre agenti più esperti in sede, tra i quali il Colonnello Trautman, che lei dice di conoscere bene. e altri due diciamo… che ci guardano dall’alto»
Il dottor Malone si fece il segno della croce, pensando che i due che li guardavano dall’alto fossero semplicemente morti. Non poteva certo immaginare che sopra Maximum City fosse in orbita un satellite geostazionario in cui vivevano due persone che facevano parte della squadra.
p.162-163

 

«Ma voi da che parte state?»
Dusker appallottolò un foglio di carta.
«Voglio dire…Siete dei servizi segreti del governo oppure siete dei terroristi?»
Dusker lanciò e fu il suo lancio peggiore. Ci rise sopra. Si alzò, gli passo accanto e si riempì una mezza bottiglia d’acqua dal rubinetto. Poi tornò sui suoi passi, si fermò davanti a Mattew e gli sussurrò, a voce molto bassa «Quando ho iniziato questa cosa, l’anno scorso…mi sono fatto la stessa domanda»
Mattew deglutì.
«Sto con i buoni o con i cattivi? Sono con il governo o sono contro di esso?»
«E cosa ti sei risposto?»
Dusker scosse la testa, poi tornò a sedersi tra le sue apparecchiature «Mi sono risposto che non c’è una parte giusta»
«E quindi cosa fai?»
Dusker tirò su con il naso.
«Provo ad annusare da una parte e dall’altra. E quando sento l’odore della verità, capisco cosa è giusto fare»
Fu la volta di Mattew di ridacchiare «E quale sarebbe l’odore della verità?»
«Nessuno» rispose David «La verità non ha odore. È tutto il resto che puzza»